Contesto macroeconomico in miglioramento e solidi fondamentali alla base della buona performance dell’azione IGD
Da fine 2016 alla chiusura del 26 luglio 2017 il prezzo dell’azione IGD ha messo a segno un rialzo del 15,1%. Il titolo ha sovraperformato sia il listino italiano sia l’indice europeo del settore immobiliare, che da fine 2016 è cresciuto di un modesto 3%.
Il miglioramento delle aspettative sulla crescita economica dell’Eurozona ha trainato in generale i mercati azionari. IGD ha anche beneficiato dei buoni risultati dell’esercizio 2016, che a maggio hanno permesso di remunerare gli azionisti con un dividendo di 45 centesimi, e dalle conferme fornite dai risultati della prima trimestrale 2017. Questi fattori positivi hanno consentito a IGD di non risentire, se non marginalmente, dei più elevati rendimenti obbligazionari che hanno invece pesantemente condizionato le performance dell’indice del settore immobiliare europeo.
Spazi di potenziale ulteriore rivalutazione del prezzo del titolo sono indicati sia dallo sconto del 36% cui tratta rispetto al NAV sia dalla distanza del 22% che ancora lo separa dal target price di consensus.
Fonte: elaborazioni IGD su dati Borsa Italiana ed EPRA
Alla chiusura del 27 luglio 2017 il prezzo del titolo IGD, pari a 0,833 euro, registra un rialzo del 15,1% in confronto al livello di fine 2016; mostra perciò una performance migliore sia rispetto all’indice del mercato azionario italiano (+13,7%) sia rispetto al modesto incremento consuntivato dall’indice europeo di settore (+3,0%).
Il movimento ascendente che l’azione IGD ha avviato il 30 gennaio scorso ha condotto il prezzo a toccare un massimo di periodo di 0,879 euro il successivo 15 maggio. Nonostante la correzione che ha avuto luogo tra metà maggio e buona parte di giugno e lo stacco del dividendo di 0,045 euro del 22 maggio, il titolo ha rapidamente recuperato, già a metà luglio, livelli intorno a 0,83 euro, dimostrando di beneficiare di uno scenario complessivamente favorevole all’investimento azionario e di essere supportato da fattori specifici legati ai solidi fondamentali della Società.
Nella prima parte del 2017 il contesto macroeconomico in miglioramento, con aspettative di crescita del PIL dell’Eurozona riviste al rialzo, ha offerto un determinante sostegno alle performance dei mercati azionari europei. I risultati delle elezioni politiche che si sono tenute in Olanda e in Francia, inoltre, hanno rimosso le preoccupazioni di una deriva populista e rafforzato la credibilità del percorso di riforme avviato dai partner dell’UE. I mercati dell’Eurozona sono così diventati un porto più sicuro per i grandi asset manager internazionali rispetto al Regno Unito, alle prese con le difficoltà causate dalla Brexit, e rispetto agli stessi Stati Uniti, che presentano alcune incognite sugli effetti delle politiche economiche avviate sotto la nuova presidenza. In Italia, in particolare, il venir meno dell’ipotesi di elezioni politiche anticipate per il prossimo autunno ha ricomposto il rischio percepito dagli investitori internazionali; nella stessa direzione ha agito anche la soluzione del governo, adottata a fine giugno, per superare la situazione critica che da tempo interessava le banche venete. Non ultimo, il mercato azionario italiano ha tratto un impulso positivo dall’introduzione dei PIR (Piani Individuali di Risparmio), la cui raccolta mostra dati incoraggianti: il flusso di domanda originato dal nuovo veicolo di investimento su titoli a piccola e media capitalizzazione ha già prodotto effetti visibili. Il titolo IGD ha potuto beneficiare solo marginalmente da questo nuovo “contenitore fiscale”, dal momento che almeno il 70% del portafoglio del PIR deve essere investito in strumenti finanziari emessi da aziende italiane o europee con stabile organizzazione in Italia, con esclusione delle società che operano nel settore immobiliare.
Se i mercati azionari hanno scontato prevalentemente i fattori positivi legati alla crescita, nel settore del real estate europeo è invece stata dominante la preoccupazione per gli effetti di una politica monetaria della BCE destinata a essere sempre meno accomodante man mano che l’economia mostrerà segni di ripresa. L’andamento del titolo IGD in questa prima parte del 2017 non è stato significativamente correlato alle performance dell’indice EPRA NAREIT Europe; è riuscito perciò a essere condizionato in misura limitata dal rialzo dei rendimenti dei debiti sovrani dell’Eurozona, che tipicamente ha un impatto negativo sui titoli del comparto immobiliare.
Tra i fattori specifici della Società alla base della buona performance del titolo IGD anche l’ampia sottovalutazione rispetto al livello del NAV al 30 giugno 2017 e al target price di consensus. Sulla base del prezzo di chiusura del 26 luglio 2017, pari a 0,833 euro, il titolo IGD tratta infatti a sconto del 36% circa rispetto all’EPRA NNNAV di fine giugno 2017 (1,31 euro). Anche rispetto al target price medio dei sette broker in copertura sul titolo, oggi pari a 1,02, ai prezzi recenti IGD mostra di avere uno spazio di potenziale rivalutazione superiore al 22%.
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