Il prezzo dell’azione IGD overperforma gli indici di riferimento
In questi primi mesi del 2019 i mercati azionari hanno registrato un rialzo corale, con quotazioni in recupero dopo la brusca e profonda correzione dell’ultima parte del 2018. A sostenere il rally del 2019 l’atteggiamento più accomodante delle banche centrali, a fronte di economie la cui crescita appare indebolita pur senza rischi imminenti di recessione; nella prima parte del 2019 è inoltre maturata l’aspettativa di un esito del negoziato USA-Cina meno negativo di quanto fosse previsto a fine anno: un tema messo in dubbio solo nelle ultime sedute di borsa.
In questo contesto l’azione IGD ha potuto mettere a segno un progresso del 24,5% rispetto al prezzo di fine 2018: un dato che si confronta con il miglioramento del 16,3% registrato dall’indice del listino italiano e a quello del 12% dell’indice europeo del settore immobiliare, l’EPRA NAREIT Europe Index.
L’outperformance di IGD è stata sostenuta, oltre che da un fenomeno di convinto rimbalzo rispetto alle penalizzanti valutazioni raggiunte nel dicembre 2018, anche dai risultati pubblicati per l’esercizio 2018, che confermano i solidi fondamentali della Società e la coerenza della sua performance economico-finanziaria nel raggiungere degli obiettivi del Piano Strategico 2018-2021.
Fonte: elaborazioni IGD su dati Borsa Italiana ed EPRA
I prezzi dei titoli del settore immobiliare europeo hanno tratto nuovo ossigeno in particolare dalla conferma da parte della BCE di volere mantenere i tassi di interesse invariati fino alla fine del 2019, dal momento che è visto come necessario un ampio grado di accomodamento monetario per sostenere l’inflazione, a fronte di economie la cui crescita rimane relativamente stabile. Sempre relativamente alle quotazioni del comparto real estate rimangono invece poco favorevoli gli elementi legati all’andamento dei consumi nel segmento retail e le incongnite sulla Brexit.
D’altro lato, nello scenario prevalente in questi primi mesi del 2019, il rischio percepito dagli investitori rispetto a una possibile recessione rimane esiguo. I dati relativi al PIL del primo trimestre, inoltre, hanno reso meno vincolante per le politiche economiche l’obiettivo di stimolare la crescita, riproponendo invece come elemento prioritario l’esigenza di una stabilità finanziaria.
Dopo 10 anni dall’inizio della fase espansiva del ciclo economico, nel primo trimestre 2019 il PIL degli Usa ha messo a segno una crescita del 3,2%. A livello di Eurozona il progresso nel trimestre è stato invece dello 0,4%. Anche l’Italia ha registrato un seppur minimo recupero, con il PIL del primo trimestre cresciuto dello 0,2%, dopo la discesa degli ultimi due trimestri del 2018. E’ invece tornato in primo piano il tema della sostenibilità dei debito. Gli emittenti con livelli di indebitamento elevati sono guardati con scetticismo, per il possibile aumento del costo del debito a partire dal 2020. Questo ha determinato una differenziazione nelle performance a seconda dello stato di salute delle singole società e dell’esposizione ai diversi temi macroeconomici, in un contesto di fondo che nella prima parte del 2019 ha visto gli operatori rimanere comunque in modalità “risk-on”, con un’intonazione generalmente favorevole all’investimento in equity.
Nonostante il significativo movimento al rialzo dei primi quattro mesi del 2019 e la performance superiore a quella degli indici di riferimento, ai prezzi recenti, intorno a 6,7 Euro, il titolo azionario IGD continua comunque a trattare fortemente a sconto rispetto al NNNAV per azione di 11,45 Euro calcolato a fine 2018 e rispetto al target price di consensus di 8,08 euro espresso dai broker in copertura sul titolo: un fatto che indica sostanziali spazi di ulteriore rivalutazione.
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