Impegni finanziari: IGD ha mezzi per coprire tutto il 2021
Negli ultimi mesi IGD ha messo in campo una serie di azioni per rafforzare la propria struttura patrimoniale e garantire copertura alle esigenze finanziarie fino a tutto il 2021. Tra queste, il processo per ottenere il prestito di 36,3 milioni di euro garantito da SACE, concluso con successo lo scorso settembre: nuovi mezzi che sono entrati in cassa a metà ottobre.
Il debito della Società nel frattempo rimane in area investment grade: la conferma del rating BBB- da parte di Fitch è maturata a fronte di un elevato tasso di rent collection rispetto alla loro stima iniziale ed all’elevato numero di contratti rinegoziati con gli affittuari.
Quali elementi orienteranno le decisioni delle agenzie di rating a fine anno e quando gli investitori saranno pronti a chiudere l’ampio sconto sul NAV cui tratta oggi il titolo azionario di IGD?
Ci offre una prospettiva su questi temi Andrea Bonvicini, nel suo ruolo di Direttore Finanza e Tesoreria di IGD.
A metà ottobre sono stati erogati i 36 milioni di euro di finanziamento SACE. Come dobbiamo interpretare questa notizia?
È un tassello importante nella realizzazione di un’organica strategia di sostenibilità finanziaria che avevamo comunicato al mercato a partire dal periodo di lockdown. Si tratta di un finanziamento con garanzia statale, al quale abbiamo potuto accedere dal momento che IGD rispetta l’intero insieme di vincoli previsti. Il prestito, che ha una durata massima di sei anni, di cui due di preammortamento, presenta un tasso in linea con il nostro costo medio del debito. Trattandosi di un importo relativamente limitato rispetto al nostro stock di debito, abbiamo optato per ottenerlo da un unico istituto, la Banca MPS, che già era uno dei nostri principali partner bancari.
Che obiettivo avete raggiunto con questo finanziamento?
Il prestito MPS garantito da SACE rientra nella logica di salvaguardia dell’equilibrio patrimoniale e finanziario del nostro Gruppo in un momento delicato, a causa delle incertezze legate all’evoluzione della pandemia. Nell’ultimo periodo, per preservare la cassa e potere rispondere ai requisiti SACE, abbiamo provveduto a ridurre la distribuzione del dividendo a 22,5 milioni di euro: la misura minima prevista per mantenere lo status di SIIQ. Abbiamo inoltre sospeso alcuni investimenti in programma, contenendoli intorno ai 40 milioni di euro, e rinnovato le linee di credito committed per 60 milioni di euro al 2023.
Come utilizzerete questi 36,3 milioni erogati da MPS?
I nuovi fondi, come da regolamento SACE, permetteranno di coprire le spese per il personale, gli investimenti che abbiamo mantenuto in pipeline e il capitale circolante.
“Per tutto il 2021, avendo in cassa anche quest’ultimo finanziamento, siamo completamente coperti”
Come si presenta a questo punto il profilo dei vostri impegni per scadenze finanziarie future?
Avremo invece 154 milioni di euro in scadenza nel 2022; successivamente, 200 milioni di euro del finanziamento BNP Paribas in scadenza nel 2023, che potremmo però decidere di estinguere anche prima di quella data. Se si riaprisse una finestra per un nuovo collocamento obbligazionario, potremmo già nel 2022 avere una “size” sufficiente per una nuova emissione corporate.
Qual è oggi il giudizio delle agenzie di rating sul debito di IGD?
Tutte e tre le agenzie che hanno un rating sul nostro debito hanno contestualizzato le proprie analisi nel quadro degli andamenti di settore. S&P Global Ratings e Moody’s hanno un punto di vista molto negativo, influenzato dalle problematiche esperienze dei grandi “malls” del mondo anglosassone: hanno perciò prefigurato pesanti cali di fatturato a fronte di elevati tassi di vacancy, con ulteriori svalutazioni di portafoglio anche nel 2021. Sia S&P sia Moody’s hanno proceduto a un downgrading del debito di IGD, rispettivamente a marzo e a luglio 2020, senza attendere di verificare le nostre effettive performance economico finanziarie. Entrambe le agenzie ci riconoscono una posizione di liquidità molto solida, in linea con quella degli emittenti con rating “investment grade”.
Che posizione ha assunto invece Fitch Ratings?
Ha sposato una linea meno pessimistica e più attendista, in modo da potere distinguere tra impatti temporanei e potenziali impatti strutturali del nuovo scenario generato dal Covid-19.
“Nei frequenti contatti che abbiamo avuto da metà maggio in poi, Fitch ha potuto verificare come le tenant sales del nostro portafoglio fossero in continuo miglioramento.”
Ha inoltre rilevato un elevato tasso di rent collection rispetto alla loro stima iniziale ed un elevato numero di contratti rinegoziati con gli affittuari. Questo ha condotto, il 1° ottobre scorso, alla conferma del rating investment grade BBB-. È stato quindi rimosso il rating Watch Negative, mentre l’outlook è stato portato a Negative, in conseguenza dell’incertezza che caratterizza l’evoluzione della pandemia. Fitch ha particolarmente apprezzato la visibilità offerta dalla strategia commerciale che IGD ha adottato, concedendo solo sconti temporanei e permettendo agli operatori di differire il pagamento dei canoni di affitto.
“Con ormai quasi il 90% degli operatori presenti nei centri commerciali, sono state negoziate dilazioni o riduzioni temporanee, con impatti unicamente riguardanti l’esercizio 2020.”
Su quali aspetti si focalizzerà il giudizio di Fitch Ratings a fine anno?
Avendo noi posticipato nel 4Q la riscossione di diversi crediti, certamente Fitch vorrà verificare il collection rate per l’intero esercizio 2020 e concentrerà l’attenzione sull’evoluzione del rapporto “Net Debt/EBITDA”.
Quali sono le leve più importanti che IGD potrà azionare per ridurre il debito?
Senza dubbio le dismissioni di asset. L’importo di 150-200 milioni di euro che avevamo originariamente indicato nel Piano Strategico è ancora un nostro obiettivo e continuiamo a lavoraci anche se il mercato è in una posizione attendista in questo momento.
Abbiamo visto alcuni grandi player del settore seguire la strada dell’aumento di capitale…
IGD sta percorrendo un’altra strada, anche in considerazione del livello penalizzante dei prezzi che il titolo sta facendo segnare in queste ultime settimane, peraltro con volumi poco significativi. Ovviamente consideriamo comunque tutte le opzioni sul mercato.
“Con il mercato borsistico che nell’ultimo periodo è arrivato a trattare il titolo a sconto del 70% sul NAV, siamo contenti di non avere necessità di nuove coperture finanziarie per il 2021.”
Gli investitori che avete incontrato recentemente su quali aspetti si focalizzano?
Con il resto del management team, ho avuto modo di partecipare alle due conference virtuali di Morgan Stanley e Goldman Sachs, oltre alla STAR Conference organizzata da Borsa Italiana. Devo dire che gli investitori sul fronte del debito apprezzano soprattutto la stabilità del cash flow e la capacità della gestione operativa di generare i mezzi per ridurre il debito.
Quando gli investitori potranno cambiare il proprio sentiment sul settore e quindi anche sul vostro titolo azionario?
“Penso che dovremo attendere i dati di fine anno, quando sarà possibile verificare sia gli effettivi tassi di riscossione dei ricavi sia gli impatti del Covid-19 sulle valutazioni.”
A dicembre potremo anche verificare le attività di rinnovo dei contratti con i tenants, ad oggi concluse a condizioni in linea con quelle del recente passato. Se il quadro fosse positivo, non si giustificherebbero più i livelli di sconto sul NAV che stiamo subendo ora, anche se mi aspetto che in qualche misura lo “spread” legato alle ricadute della pandemia continuerà ad avere un peso fino al termine del 2021.
Grazie e buon lavoro.
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